Gli anni 1966-1976 sono stati per Firenze anni densi di eventi. Il dramma dell’alluvione di Firenze ha fatto nascere un protagonismo di base fortemente organizzato, che provvede alla formazione di comitati per provvedere ai generi di prima necessità per gli abitanti di Firenze che hanno le maggiori difficoltà, o alla formazione di squadre di volontari per ripulire e risistemare al città, per ripristinare i servizi essenziali. Nelle Case del popolo e nelle parrocchie delle zone alluvionate i cittadini prontamente si autorganizzano e danno vita in un primo momento ai Centri di Soccorso, e poi ai Comitati di Quartiere che censiscono i danni, aiutano i cittadini a richiedere i sussidi, a occupare le case sfitte, a rivendicare il loro diritti. I Comitati di Quartiere assumono un ruolo chiave nel rapporto con le istituzioni, e il protagonismo di base trova le sue forme di rappresentanza.
Negli anni immediatamente successivi nascono le scuole popolari, i doposcuola e i comitati di genitori all’interno delle Case del Popolo, nelle Parrocchie e nelle baracche già sedi provvisorie di scuole di periferia. Questi gruppi si impegnano in primo luogo per una scuola rinnovata e rispondente alle necessità di una società in evoluzione, dando luogo spesso a comitati rionali che si occupano di edilizia scolastica, di verde pubblico, di acqua, lottano contro le speculazioni edilizie e si battono per ottenere degli organismi di partecipazione democratica.

Ma il lavoro principale si rivolge sopratutto alla scuola.
Sulla spinta di Lettera ad una professoressa del 1967 si sviluppano i doposcuola e le scuole popolari, portate avanti da insegnanti – spesso studenti universitari – che danno vita a importanti sperimentazioni didattiche. Alla base di queste sperimentazioni c’è la ricerca di un sapere diverso, anticlassista, che non sia più un semplice apprendimento di nozioni.

Si tratta di un movimento composito, formato da due anime, anche se in collaborazione fra loro, una più vicina al PCI e all’Arci – che dette poi vita a I Quartieri – e l’altra più vicina alla sinistra extraparlamentare – che si battè e dette vita alle scuole popolari serali a livello nazionale.